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Fascicolo 2, Luglio 2023


Una volta ancora -non la prima volta, tanto meno l'ultima - il bacino del Mediterraneo è tracciato da esuli sconfitti e braccati alla ricerca di una patria appena abbandonata in macerie e perpetuamente promessa, di un'identità profonda che non mette radici se non nel futuro, e non si purifica se non contaminandosi
 
(Vittorio Sermonti, Eneide, Milano, 2008)
 

Rassegna di giurisprudenza europea: Corte europea dei diritti umani

Corte europea dei diritti umani

 Art. 2: Diritto alla vita

In Alhowais c. Ungheria (Corte EDU, sentenza del 2.02.2023) un cittadino siriano lamentava varie violazioni della CEDU in seguito all’annegamento del fratello durante il loro tentativo di attraversamento del fiume Tisza, al confine tra Serbia e Ungheria, con il supporto di trafficanti.

Corte di giustizia dell'Unione europea

Art. 10 della direttiva 2011/95: nozione di «opinione politica» quale motivo di persecuzione a danno del richiedente protezione internazionale

Nella sentenza P.I. (CGUE, C-280/21, sentenza del 12 gennaio 2023) la Corte di giustizia ha interpretato il concetto di «opinione politica» quale possibile motivo di persecuzione ai sensi della direttiva 2011/95 (direttiva qualifiche).

Penale

La Cassazione esclude la configurabilità del reato di cui all’art. 14, co. 5-quater, TUI se il permesso di soggiorno è stato concesso sulla base di condizioni preesistenti all’emissione dell’ordine di allontanamento

La vicenda riguarda un cittadino straniero, condannato dal Giudice di pace di Modena per il reato di cui all’art. 14, co. 5-quater, TUI, per non avere ottemperato all’ordine di allontanamento emesso nei suoi confronti dalla locale questura, nonostante al momento del giudizio fosse pendente il ricorso dallo stesso presentato contro la decisione della Commissione territoriale che aveva respinto la sua richiesta di protezione internazionale.

Rassegna di giurisprudenza italiana: Allontanamento e trattenimento

In questo numero della Rivista passiamo dapprima in rassegna taluni provvedimenti in tema di espulsioni, ritenuti significativi sia sotto il profilo sostanziale che procedurale, pubblicati nel primo quadrimestre dell’anno in corso. Come di consueto, nella seconda parte esaminiamo provvedimenti inerenti la fase esecutiva dei provvedimenti ablativi, con peculiare attenzione al tema del trattenimento amministrativo, pubblicati nello stesso lasso temporale.

Asilo e protezione internazionale

LO STATUS DI RIFUGIATO

Appartenenza ad un particolare gruppo sociale

La Suprema Corte, con  ordinanza n. 11091 del 2023 , decidendo sul ricorso proposto da una cittadina della Nigeria, vittima di un’accertata clitoridectomia, ha ribadito che il rischio di assoggettamento a pratiche di mutilazioni genitali femminili (MGF) può integrare gli estremi di un atto persecutorio per motivi di appartenenza ad un gruppo sociale

Ammissione e soggiorno

PERMESSO DI SOGGIORNO

La Corte costituzionale, con sentenza n. 88 del 9.3.2023, ha esaminato le questioni sollevate da due ordinanze del Consiglio di Stato (n. 5171 del 23.6.2022 e n. 5492 del 1.7.2022, segnalate nella Rassegna di questa Rivista n. 3/2022) aventi ad oggetto l’automatica ostatività delle condanne penali, anche non definitive, ai fini del rinnovo del permesso di soggiorno per il combinato disposto di cui agli artt. 4, co. 3 e 5, co. 5 TU, d.lgs. 286/98. Con la sentenza qui in rassegna il Giudice delle leggi ha dichiarato «l’illegittimità costituzionale del combinato disposto degli artt. 4, comma 3, e 5, comma 5, del d.lgs. n. 286 del 1998, nella parte in cui ricomprende, tra le ipotesi di condanna automaticamente ostative al rinnovo del permesso di soggiorno per lavoro, anche quelle, pur non definitive, per il reato di cui all’art. 73, comma 5, del d.p.r. n. 309 del 1990 e quelle definitive per il reato di cui all’art. 474, secondo comma, cod. pen., senza prevedere che l’autorità competente verifichi in concreto la pericolosità sociale del richiedente».

Cittadinanza e apolidia

Cittadinanza e apolidia

Poco numerose, almeno per quanto concerne la prassi giurisprudenziale dell’autorità giudiziaria ordinaria, risultano le pronunce emesse nel primo quadrimestre dell’anno (gennaio-aprile 2023). Al di là della consueta sensibilità dimostrata dai giudici civili nei confronti degli aspiranti cittadini c.d. per elezione, spesso sprovvisti di documenti di prova per così dire tradizionali riguardo allo loro nascita e permanenza in Italia sino al raggiungimento della maggiore età, spicca un orientamento di fondo antitetico del giudice ordinario rispetto a quello amministrativo in sede di verifica dei requisiti necessari per l’attribuzione della cittadinanza per matrimonio e per la concessione della medesima per naturalizzazione. Pur nella consapevolezza del grado di discrezionalità che connota quest’ultima, il divario esistente, ad esempio, nella valutazione di eventuali notizie di reato in capo al richiedente assume contorni netti.

Famiglia e minori

FAMIGLIA

Applicabilità delle agevolazioni probatorie previste dall’art. 29-bis, comma 2, d.lgs. n. 286/1998 anche alla prova della vivenza a carico del familiare da ricongiungere e alla prova dell’assenza di altri figli – sussistenza – rilievo dell’autocertificazione come prova atipica di valore indiziario.

Con la sentenza n. 2168 del 24 gennaio 2023, la Corte di cassazione ribadisce la posizione già precedentemente assunta sulla necessità di interpretare in maniera estensiva l’ambito di applicazione dell’art. 29-bis, comma 2, d.lgs. n. 286/1998, che dispone «Qualora un rifugiato non possa fornire documenti ufficiali che provino i suoi vincoli familiari, in ragione del suo status, ovvero della mancanza di un’autorità riconosciuta o della presunta inaffidabilità dei documenti rilasciati dall’autorità locale […], le Rappresentanze diplomatiche o consolari provvedono al rilascio di certificazioni […], sulla base delle verifiche ritenute necessarie, effettuate a spese degli interessati».

Non discriminazione

Nel corso del primo quadrimestre del 2023 le pronunce in tema di discriminazione hanno riguardato in prevalenza le disposizioni della normativa regionale (primaria e secondaria). 

Alloggi pubblici

La Corte costituzionale con sentenza n. 77/2023 ha dichiarato illegittimo l’art. 5 comma 1 lett. b) della legge della Regione Liguria 29 giugno 2004 n. 10, come modificato dall’art. 4, comma 2, della legge della Regione Liguria 6 giugno 2017, n. 13, che imponeva, per poter accedere agli alloggi ERP, il requisito di residenza quinquennale in Regione o, in alternativa, l’attività lavorativa nel bacino di utenza del bando per il medesimo periodo.

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