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Fascicolo 2, Luglio 2017


  «Una crisi ci costringe a tornare alle domande; esige da noi risposte nuove o vecchie, purché scaturite da un esame diretto; e si trasforma in una catastrofe solo quando noi cerchiamo di farvi fronte con giudizi preconcetti, ossia pregiudizi, aggravando così la crisi e per di più rinunciando a vivere quella esperienza della realtà, a utilizzare quell’occasione per riflettere, che la crisi stessa costituisce».

(Hanna Arendt, Tra passato e futuro)

Editoriale

Il diritto degli stranieri è sempre più un diritto speciale. L’approvazione del c.d. decreto Minniti-Orlando ha esteso tale specialità anche al processo, soprattutto a quello in materia di protezione internazionale, che risulta radicalmente modificato. Un processo che era già peculiare, soprattutto per le difficoltà nell’accertamento dei presupposti della protezione internazionale che rendono determinanti le dichiarazioni del richiedente e necessario un dovere di cooperazione dell’autorità giurisdizionale. La peculiarità è stata ora trasformata in specialità: la soppressione del secondo grado di giudizio, la previsione eventuale dell’ascolto del ricorrente e l’introduzione della videoregistrazione del colloquio sono ulteriori tasselli di una specialità sempre più pervasiva.

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