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Fascicolo 3, Novembre 2023


«L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà:
se ce n’è uno è quello che è già qui,
l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. 

Due modi ci sono per non soffrirne.

Il primo riesce facile a molti:
accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.

Il secondo è rischioso ed esige attenzione e approfondimento continui:
cercare e saper riconoscere chi e cosa,
in mezzo all’inferno,
non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio».

Italo CalvinoLe città invisibili

 

Editoriale

A San Francisco, il 26 giugno 1945, i rappresentanti dei popoli delle Nazioni Unite decisero di creare un’organizzazione internazionale volta «a salvare le future generazioni dal flagello della guerra, a riaffermare la fede nei diritti fondamentali, nella dignità e nel valore della persona umana, nella eguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne e delle nazioni grande e piccole, a creare le condizioni in cui la giustizia ed il rispetto degli obblighi derivanti dai trattati e dalle altri fonti del diritto internazionale possano essere mantenuti, a promuovere il progresso sociale ed un più elevato tenore di vita in una più ampia libertà, e per tali fini a praticare la tolleranza ed a vivere in pace l’uno con l’altro in rapporti di buon vicinato, ad unire le nostre forze per mantenere la pace e la sicurezza internazionale, ad assicurare, mediante l’accettazione di principi e l’istituzione di sistemi, che la forza delle armi non sarà usata, salvo che nell’interesse comune, ad impiegare strumenti internazionali per promuovere il progresso economico e sociale di tutti i popoli» (Carta delle Nazioni Unite, Preambolo).

Rassegna di giurisprudenza europea: Corte europea dei diritti umani

Corte europea dei diritti umani

Art. 3: Divieto di tortura e trattamenti inumani o degradanti

Il caso A.A. c. Svezia (Corte EDU, sentenza del 13.07.2023) riguarda un cittadino libico che, giunto in Svezia, chiedeva protezione internazionale per le minacce ricevute da parte di una presunta mafia libica. Le autorità svedesi ne ordinavano l’allontanamento in Spagna, quale Paese di primo ingresso ai sensi del Regolamento UE n. 604/2013 (c.d. Dublino III), ma il ricorrente ne impediva l’esecuzione dandosi alla fuga.

Corte di giustizia dell'Unione europea

Artt. 4, par. 1 e par. 5, della direttiva 2004/83 e artt. 23, par. 2, e 39, par. 4, della direttiva 2005/85: obbligo di cooperazione statale nell’esame della domanda di protezione internazionale e ragionevolezza del termine per la decisione dei procedimenti amministrativi e giurisdizionali

La pronuncia X contro International Protection Appeals Tribunal (CGUE, C-756/21, sentenza del 29 giugno 2023) concerne questioni attinenti all’esame dei fatti e delle circostanze nell’ambito di un procedimento sullo status, nonché taluni aspetti procedurali dei giudizi di primo grado e di impugnazione.

Rassegna di giurisprudenza italiana: Allontanamento e trattenimento

Come di consueto anche in questo numero della Rivista la Rassegna allontanamenti prenderà in considerazione l’esame delle decisioni ritenute più rilevanti in materia di espulsioni (sia ministeriali che prefettizie), respingimenti e trattenimenti, depositate nel secondo quadrimestre del corrente anno, sia pure con qualche scivolamento settembrino dettato dall’urgenza di evidenziare taluni approdi giurisprudenziali di peculiare rilevanza.

Ammissione e soggiorno

LA REGOLARIZZAZIONE 2020

Riprendiamo gli aggiornamenti di questa Rassegna in relazione alla procedura di emersione/regolarizzazione, disposta dall’art. 103, d.l. n. 34/2020, conv. con mod. in legge n. 77/2020, che ha nuovamente dato adito a interessanti pronunce della magistratura.

Asilo e protezione internazionale

LO STATUS DI RIFUGIATO

Appartenenza ad un particolare gruppo sociale

Nel periodo in rassegna, molte le decisioni relative al riconoscimento della protezione maggiore in favore di persone straniere, donne o uomini, vittime di tratta degli esseri umani.

La Suprema Corte, con ordinanza n. 16243 dell’8.6.2023 , pronunciandosi sul ricorso proposto da una donna nigeriana, ritenuta vittima di tratta di esseri umani, finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, espressamente richiamando i principi affermati nella sentenza n. 676 del 12.1.2022, sotto il profilo probatorio, ha ribadito che: «al fine di verificare la sussistenza di una condizione di soggezione a tratta a fini di sfruttamento sessuale, poiché alcuni degli elementi caratteristici delle dichiarazioni di chi si trovi in questa situazione sono la contraddittorietà e la frammentazione del contenuto del racconto, anche a causa di una latente condizione di timore, la credibilità della storia (che opera ad un tempo sul piano dell'allegazione e della prova dei fatti) deve essere valutata dal giudice di merito verificando, da un lato, la rappresentazione di una vicenda personale autenticamente riferibile alla richiedente asilo, dall’altro la stretta vicinanza della complessità delle dichiarazioni rese agli elementi distintivi ricorrenti delle vicende di tratta, da valutarsi alla luce dei criteri interpretativi indicati in proposito nelle linee guida elaborate dall’U.N.H.C.R.».

Cittadinanza e apolidia

A differenza di quanto è avvenuto in precedenza, la presente Rassegna, dedicata al secondo quadrimestre di quest’anno (maggio-agosto 2023), intende privilegiare soprattutto le pronunce della c.d. autorità giudiziaria ordinaria sia in quanto la giurisprudenza che ne emerge rivela aspetti nuovi e di interesse sia perché quella amministrativa non si discosta dal consueto filone sull’ampio potere discrezionale del Ministero dell’interno nel valutare le richieste di cittadinanza degli interessati. Di quest’ultima perciò si dà conto solo per evidenziare una sentenza che censura un cattivo uso di tale potere a proposito appunto del procedimento di naturalizzazione. Viceversa, sul versante dell’acquisto della cittadinanza per discendenza o ancora per elezione o matrimonio sono state emesse decisioni che talvolta contengono elementi di novità.

Famiglia e minori

Corte di Giustizia, 18 aprile 2023, causa C-1/23 PPU

Ricongiungimento dei familiari di un rifugiato – Non conformità agli articoli 7 e 24 della Carta e agli articoli 7 e 24, paragrafi 2 e 3, della Direttiva 2003/86 di una normativa nazionale che preveda l’obbligo, per i familiari del rifugiato, di presentare personalmente la domanda di ricongiungimento presso la sede diplomatica competente, nei casi in cui tale comparizione risulti impossibile o eccessivamente difficile per i familiari

Non discriminazione

Nel corso del secondo quadrimestre del 2023 si segnala che la Corte costituzionale è dovuta nuovamente intervenire per affermare l’illegittimità del requisito di lungo residenza inserito da alcune Regioni per accedere alle graduatorie per l’assegnazione di case popolari. Si segnala, altresì, che la Corte di cassazione ha chiarito il concetto di molestie per ragioni di razza o di etnia al fine di evidenziarne il carattere discriminatorio sulla base delle vigenti disposizioni.

Osservatorio italiano

OSSERVATORIO ITALIANO

(norme da maggio ad agosto 2023)

Rassegna delle leggi, dei regolamenti e dei decreti statali

1. La sottrazione alle quote di ingresso per lavoro della conversione dei permessi di soggiorno per studio nei permessi di soggiorno per lavoro e degli ingressi in Italia per lavoro dei lavoratori dipendenti da imprese italiane all’estero.

Recensioni e materiali di ricerca

Segnalazioni bibliografiche

Albano S., Il giudice non convalida i trattenimenti di tre migranti tunisini disposti in base alla nuova disciplina delle procedure di frontiera, in Diritti senza confini, Questioni Giustizia 2.10.2023, https://www.questionegiustizia.it/articolo/nota-trib-catania.

Allegretti U., In ricordo di Cecilia Corsi, in Diritto pubblico, 2, 2023, pp. 373-374.

Allievi S., Governare le migrazioni. Si deve, si può, Editori Laterza, 2023.

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