Osservatorio europeo

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Atti di indirizzo

Attuazione dell’agenda europea sulla migrazione. Nel settembre 2017, con una valutazione intermedia dell'agenda europea sulla migrazione, la Commissione ha esaminato complessivamente i progressi compiuti in risposta alla crisi

e nell'esecuzione delle azioni previste dall'agenda nel corso di due anni (COM(2017) 558 def.). In vista della riunione del Consiglio europeo, tenutasi il 14 e 15 dicembre, il 15 novembre la Commissione ha presentato, la relazione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo e al Consiglio sullo stato di attuazione dell’agenda europea sulla migrazione, COM(2017) 669 def. La relazione illustra i risultati conseguiti e le azioni ritenute necessarie, per il futuro, da parte degli Stati membri e di Stati terzi. In particolare, essa evidenzia un calo del 63% negli attraversamenti irregolari delle frontiere esterne della UE. La relazione è accompagnata da un documento di lavoro dei servizi della Commissione e da otto allegati che esaminano analiticamente i progressi compiuti con riferimento a: fondo fiduciario per l’Africa, piano d’azione congiunto sull’attuazione della dichiarazione UE-Turchia, strumento per i rifugiati, guardia di frontiera e costiera europea, rimpatri, ricollocazioni, reinsediamenti.

Futuro della dimensione interna ed esterna della politica di migrazione. In vista del dibattito sulla migrazione previsto nell’ambito della riunione del Consiglio europeo del 14 dicembre, il 7 dicembre la Commissione ha pubblicato la comunicazione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo e al Consiglio, Contributo della Commissione al dibattito tematico dei leader dell'UE sul futuro della dimensione interna ed esterna della politica di migrazione, COM(2017) 820 def. La Commissione ha raccomandato al Consiglio di considerare le proposte presentate nel 2016 per la riforma del sistema di asilo, e qualificate come prioritarie con la Dichiarazione congiunta del 13.12.2016 dei Presidenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione europea sulle priorità legislative dell'UE per il 2017, con l'obiettivo di approvarle entro giugno 2018. In particolare, viene auspicata l’adozione entro marzo 2018 di alcuni elementi del pacchetto, come le proposte riguardanti l'Agenzia europea per l'asilo ed Eurodac. La comunicazione ha sottolineato la necessità di consolidare la dimensione esterna della politica migratoria, garantendo la piena attuazione della dichiarazione con la Turchia e un maggiore impegno con i paesi terzi partner e le agenzie delle Nazioni Unite. L'Unione europea dovrebbe, in particolare, mobilitare risorse supplementari per lo strumento dell'UE per i rifugiati in Turchia, rafforzare il partenariato strategico con l'Unione africana e i suoi Stati membri, avviare la realizzazione dei primi progetti nel quadro del piano europeo per gli investimenti esterni. È, inoltre, sottolineata la necessità di rendere pienamente operativa la nuova Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, al fine di fornire assistenza immediata agli Stati membri per la protezione delle frontiere esterne. Gli Stati membri dovranno garantire, entro marzo 2018, che tutti i mezzi e il personale necessario per la riserva di reazione rapida dell'Agenzia siano pronti per essere dispiegati.

Dibattito sulla politica migratoria. Nell’ambito del Consiglio europeo del 14-15 dicembre, si è svolto un dibattito sulle dimensioni esterna e interna della politica migratoria dell'UE. Oltre che sulla citata comunicazione della Commissione, la discussione si è basata su una nota diffusa dal presidente Tusk prima del vertice ed incentrata in particolare sul modo per prevenire gli arrivi di massa alle frontiere esterne, contrastare le cause profonde della migrazione e superare i contrasti interni che rallentano o impediscono i progressi di questa politica. A margine della riunione sono state poi pubblicate delle osservazioni del Presidente. In esse si mette in luce che le priorità d’azione sono la protezione del territorio e delle frontiere esterne e il contenimento della migrazione irregolare. In particolare, il dibattito si è articolato intorno a due questioni sollevate dallo stesso Presidente Tusk: la creazione di uno strumento finanziario dedicato al contenimento della migrazione irregolare nel prossimo quadro finanziario pluriennale (su cui si prevede l’avvio di una discussione operativa da febbraio) e l’istituzionalizzazione del sistema delle quote per i richiedente protezione internazionale. Il sistema, previsto nella proposta in discussione che modifica il regolamento Dublino III, suscita contrasti, anche perché i dati statistici hanno messo in luce la scarsa efficacia redistributiva degli oneri legati all’accoglienza dei richiedenti. Nonostante l’auspicio di pervenire ad un accordo sulla proposta per giugno, la nota sottolinea la difficoltà di compromesso sul tema.

Ricollocamento e reinsediamento. Il 26 settembre si è concluso il biennio di applicazione delle decisioni sul ricollocamento. Ciononostante la Commissione, anche in considerazione dei ritardi accumulati nel gestire i flussi in arrivo nel 2016 e nella prima metà del 2017, ha esortato gli Stati membri a proseguire nella registrazione e nel trasferimento dei richiedenti giunti nei due Stati fino a tale data. La Commissione ha continuato a monitorare l’attuazione delle misure e i risultati di tale attività sono riportati nella quindicesima relazione sulla ricollocazione e il reinsediamento del 6 settembre COM(2017) 465, oltre che nelle citate comunicazioni del 27 settembre COM(2017) 558 def. e del 15 novembre COM(2017) 669 def. Al 9 novembre, risultavano ricollocate 31,503 persone (10.256 dall’ Italia e 21.238 dalla Grecia) di cui 3 807 tra il 6 settembre e il 9 novembre. Dovevano ancora essere ricollocati 758 richiedenti asilo dalla Grecia (369 dei quali verso l’Irlanda) e circa 3110 dall’Italia ove però tuttora proseguono le operazioni di registrazione. Mentre alcuni Stati tra cui Cipro, Estonia, Croazia, Lituania hanno proseguito le operazioni di ricollocamento anche dopo il 26 settembre, Ungheria Polonia e Repubblica Ceca non hanno praticamente mai applicato il meccanismo. La Commissione, che a giugno già aveva avviato una procedura di infrazione nei confronti dei tre Stati, inviando una lettera di messa in mora, forte della pronuncia della CGUE del 6 settembre 2017 che ha confermato la validità del sistema di ricollocamento, e ritenendo insoddisfacenti le spiegazioni fornite in replica alle proprie contestazioni, il 7 dicembre 2017 ha adito la Corte di giustizia per il mancato rispetto degli obblighi discendenti dalle dette decisioni. Maggiore successo sembrano riscuotere i programmi di reinsediamento. Al 10 novembre infatti 18.366 persone delle 22.504 concordate secondo lo schema del luglio 2015 sono state reinsediate in venti stati membri e quattro stati associati. A queste poi si aggiungono i reinsediamenti effettuati sulla base della cooperazione con la Turchia, per un totale complessivo di 25.739 reinsediamenti. La Commissione aveva inoltre invitato, con la raccomandazione del 27 luglio 2017 C(2017) 6504, gli Stati membri a offrire nuovi posti per ulteriori 50,000 persone entro il 31 ottobre 2017. Tali posti dovrebbero, tra l’altro andare a supporto anche dei programmi di evacuazione dalla Libia in cooperazione con UNHCR.

Traffico di esseri umani. Il 4 dicembre la Commissione ha adottato la Comunicazione al Parlamento europeo e al Consiglio, Relazione sul seguito dato alla strategia dell'UE per l'eradicazione della tratta degli esseri umani e individuazione di ulteriori azioni concrete, COM(2017) 728 def. La comunicazione individua alcuni ambiti ed azioni prioritari che richiedono un'azione immediata da parte dell'UE e degli Stati membri al fine di ridurre l’attività dei trafficanti, rafforzare i diritti delle vittime e intensificare gli sforzi interni ed esterni dell'UE per fornire una risposta coordinata e coerente. La Commissione monitorerà i progressi compiuti nelle azioni illustrate e riferirà sui progressi compiuti al Parlamento europeo e al Consiglio entro la fine del 2018.

 

Atti adottati

Sistema ingressi/uscite. Il 30 novembre 2017 è stato adottato il regolamento (UE) 2017/2226 del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un sistema di ingressi/uscite per la registrazione dei dati di ingresso e di uscita e dei dati relativi al respingimento dei cittadini di paesi terzi che attraversano le frontiere esterne degli stati membri e che determina le condizioni di accesso al sistema di ingressi/uscite a fini di contrasto e che modifica la convenzione di applicazione dell’accordo di Schengen e i regolamenti (CE) n. 767/2008 e (UE) n. 1077/2011, (in GUUE L 327 del 9.12.2017, p. 20). In base al «sistema di ingressi/uscite» (Entry/Exit System – EES) saranno registrati e conservati la data, l’ora e il luogo d’ingresso e di uscita dei cittadini di paesi terzi che attraversano le frontiere degli Stati membri presso cui l’EES è operativo, nonché del respingimento di cittadini di paesi terzi ai quali sia stato rifiutato l’ingresso per un soggiorno di breve durata e l’autorità dello Stato membro che ha rifiutato l’ingresso e la relativa motivazione. Il sistema consentirà, inoltre, di calcolare la durata del soggiorno autorizzato dei cittadini di tali paesi terzi e generare segnalazioni destinate agli Stati membri allo scadere del soggiorno autorizzato.

 

Varie

Cooperazione UE-Turchia. Nell’ambito della citata relazione sullo stato di attuazione dell’agenda europea sulla migrazione, COM(2017) 669 def., la Commissione ha esaminato lo stato della cooperazione Ue-Turchia. Se da un lato si rileva la riduzione degli attraversamenti irregolari verso la Grecia, la Commissione osserva che permangono gli ostacoli segnalati nei precedenti rapporti e che in alcuni casi riguardano elementi chiave della dichiarazione stessa. In particolare, il tasso dei rimpatri rimane piuttosto basso: sono stati 1969 i rimpatri dal marzo 2016. Di questi, solo 439 sono quelli disposti a seguito di una decisione negativa in seconda istanza in merito alla domanda di protezione internazionale. I rimpatri non sembrano essere aumentati significativamente nemmeno dopo la decisione del 22 settembre 2017 con cui il Consiglio di Stato greco ha respinto l’appello di due cittadini siriani, giudicando la Turchia un paese sicuro per il rimpatrio dopo un esame individuale delle circostanze. Proseguono in ogni caso le attività di reinsediamento dalla Turchia, di cui dal 4 aprile 2016 hanno beneficiato 11354 persone. Altro elemento chiave della cooperazione riguarda lo strumento per i rifugiati in Turchia. Su questa base, la relazione rende nota la conclusione di accordi per il finanziamento di 55 progetti per un ammontare di 1,78 miliardi di euro (per un esame aggiornato dei contratti si veda: https://ec.europa.eu/neighbourhood-enlargement/sites/near/files/facility_table.pdf), prevedendosi l’assegnazione dell’intero importo di 3 miliardi entro la fine del 2017.

Partenariato con i Paesi terzi. Prosegue anche il monitoraggio sull’attuazione del nuovo quadro di partenariato nell'ambito dell’agenda europea sulla migrazione e a settembre la Commissione ha presentato la quinta relazione sui progressi compiuti (COM(2017) 471 def. del 6 settembre 2017). La relazione evidenzia alcuni risultati positivi ed in particolare la riduzione del numero di decessi in mare nel corso dei mesi estivi e del numero di migranti che hanno attraversato il Mediterraneo centrale nello stesso periodo. Il partenariato con l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) e con l'OIM è stato rafforzato lungo tutta la rotta del Mediterraneo centrale predisponendo specifici programmi. Il dialogo e la cooperazione instaurati nell'ambito del quadro di partenariato con i cinque paesi identificati come prioritari (Niger, Mali, Nigeria, Senegal ed Etiopia), stanno continuando. La relazione mette in luce che sono stati firmati 169 contratti per un importo totale di più di 1,2 miliardi di euro nel quadro del Fondo fiduciario dell'UE per l'Africa, la cui portata è stata ampliata per includere Guinea, Costa d'Avorio e Ghana. La promozione della cooperazione UE-Africa è stata esaminata anche nell’ambito del quinto vertice Unione africana-Unione europea (UA-UE), svoltosi il 29 e 30 novembre 2017 ad Abidjan (Costa d'Avorio), e all’esito del quale è stata emessa una dichiarazione congiunta conclusiva in cui le parti hanno affermato l’intenzione di concentrarsi sulla promozione dei giovani. Nel corso dello stesso vertice è stata approvata anche una dichiarazione congiunta sulla situazione dei migranti in Libia, con cui si condanna il trattamento ivi subito dai migranti. Il 27 novembre si era tenuto ad Abidjan il sesto forum commerciale UE-Africa, con l'obiettivo di incentivare investimenti che promuovano lo sviluppo in Africa.

Cooperazione con il Bangladesh in materia di riammissione e rimpatrio. Il 25 settembre 2017 il Consiglio ha approvato la decisione della Commissione dell’8.9.2017 relativa alla firma delle procedure operative standard UE-Bangladesh per l'identificazione e il rimpatrio delle persone prive di autorizzazione a soggiornare. Come si chiarisce nel preambolo, la decisione intende migliorare la cooperazione su rimpatrio e riammissione con la Repubblica popolare del Bangladesh, attualmente il secondo paese di origine dei migranti irregolari che arrivano attraverso la rotta del Mediterraneo centrale, alla luce delle difficoltà emerse nella pratica nella cooperazione con tale paese per quanto riguarda il rimpatrio e la riammissione dei migranti irregolari (dal 2013 la percentuale di rimpatrio dei migranti irregolari originari del Bangladesh si è ridotta del 14%). Nell’allegato alla decisione sono contenute le procedure operative standard, definite nel corso di discussioni tra i rappresentanti della Commissione e quelli della Repubblica popolare del Bangladesh e concordate in occasione di una riunione svoltasi a Dacca alla fine di agosto. Esse sono qualificate come strumento non vincolante che definisce gli impegni politici per quanto riguarda il rimpatrio e la riammissione delle persone prive di autorizzazione a soggiornare, in assenza di un vero e proprio accordo di riammissione. La Commissione sta per stabilire procedure simili con alcuni partner strategici africani.

Sistema informazione visti. A novembre la Commissione ha promosso una consultazione pubblica sull'estensione del campo di applicazione del sistema di informazione visti (VIS), al fine di includervi dati sui visti per soggiorno di lunga durata e sui documenti di soggiorno. Le conclusioni del Consiglio dell’8 giugno avevano invitato la Commissione ad effettuare, in via prioritaria, uno studio di fattibilità per l'istituzione di un registro centrale dell'UE contenente informazioni sui visti per soggiorni di lunga durata, sulle carte di soggiorno e sui permessi di soggiorno, e a valutare se sia opportuno includere in detto registro i lasciapassare per traffico frontaliero locale, sottoponendo le proprie conclusioni al Consiglio a fini di discussione entro il primo trimestre del 2018. La consultazione, che si è svolta dal 17.11.2017 al 9.2.2018, fa pertanto seguito all’invito del Consiglio. Tra il 17.8.2017 e il 09.11.2017 la Commissione ha inoltre promosso una consultazione sull’abbassamento dell’età per il rilevamento delle impronte digitali dei minori nella procedura per il rilascio del visto. Entrambe le consultazioni si inseriscono nell’ambito del processo di revisione della base giuridica del sistema di informazione visti a cui la Commissione intende procedere nel 2018. La necessità e la proporzionalità dell'abbassamento dell’età per il rilevamento delle impronte digitali dei minori nell'ambito della procedura per il rilascio del visto quale modalità per rispondere alle problematiche della scomparsa, della tratta e della sottrazione di minori e del coinvolgimento di minori nella migrazione irregolare.

Politica dei visti. Il 20 dicembre la Commissione ha pubblicato la comunicazione al Parlamento europeo e al Consiglio, Bilancio e possibili prospettive per quanto riguarda la situazione di non reciprocità con taluni paesi terzi nel settore della politica dei visti e valutazione dell'efficacia del meccanismo di reciprocità di cui all'articolo 1, paragrafo 4, del regolamento (CE) n. 539/2001 del Consiglio, COM(2017) 813 def. La comunicazione esamina i progressi compiuti verso il raggiungimento della reciprocità in materia di visti con il Canada e gli Stati Uniti, nonché gli sviluppi intervenuti nei precedenti sette mesi, formulando la propria valutazione in merito all'efficacia del meccanismo di reciprocità. Lo stesso giorno la Commissione ha presentato anche la relazione al Parlamento europeo e al Consiglio, Primo rapporto sul meccanismo di sospensione dei visti, COM(2017) 815 def. Si tratta della prima valutazione nell'ambito del nuovo meccanismo di monitoraggio per gli otto paesi (Albania, Bosnia Erzegovina, ex Repubblica di Iugoslavia, Macedonia, Montenegro e Serbia) che hanno concluso i dialoghi per la liberalizzazione dei visti con l'UE. Viene rilevato un forte impegno di tutti e otto i paesi dei Balcani occidentali e del partenariato a soddisfare i requisiti necessari e ad attuare una serie di riforme stabilite nell'ambito del processo di liberalizzazione dei visti. La relazione si concentra sui settori in cui sono necessarie ulteriori azioni, in particolare la migrazione irregolare e la riammissione, la lotta contro la corruzione e il riciclaggio di denaro, così come l'ordine pubblico e la sicurezza.