di Elena Lenzi
Abstract: La sentenza n. 34599/2024 della Corte di cassazione segna una svolta nella disciplina del trattenimento amministrativo ai fini del rimpatrio, poiché attribuisce agli accordi di riammissione conclusi in forma semplificata il rango di fonti di diritto oggettivo, ritenendoli pertanto idonei a legittimare la privazione della libertà personale di persone migranti in posizione irregolare. Muovendo dall’esame congiunto dei due ricorsi proposti da un soggetto trattenuto in un CPR, il contributo ricostruisce il quadro normativo di riferimento e mette in luce le implicazioni sistemiche dell’orientamento inaugurato dalla Suprema Corte, soffermandosi sulle criticità della ripartizione dell’onus probandi, sulle tensioni costituzionali derivanti dalla natura giuridica degli accordi semplificati e sul rischio di erosione delle garanzie di libertà alla luce delle recenti tendenze europee. Il lavoro intende dimostrare come l’utilizzo generalizzato di tali accordi, spesso scarsamente accessibili ed efficaci, finisca per trasformare il trattenimento in uno strumento ordinario di gestione dei flussi migratori, alterando l’equilibrio tra sicurezza e diritti. L’articolo si conclude sostenendo la necessità di una rilettura critica del sistema delle fonti e di un rafforzamento del controllo democratico sulle politiche migratorie per assicurare il rispetto del principio di proporzionalità e la tutela effettiva dei diritti fondamentali delle persone migranti.
Abstract: Judgment No. 34599/2024 of the Italian Court of Cassation marks a pivotal moment in the administrative detention regime for removal purposes, as it recognizes simplified readmission agreements as sources of objective law, deeming them capable of legitimizing the deprivation of personal liberty of irregular migrants. Drawing on a combined analysis of two appeals filed by a person detained in a pre-removal centre, this paper reconstructs the relevant legal framework and highlights the systemic implications of the Supreme Court’s new orientation. It focuses on the critical issues surrounding the allocation of the onus probandi, the constitutional tensions stemming from the legal nature of simplified agreements and the risk of undermining liberty guarantees considering recent European developments. The paper demonstrates how the widespread use of such agreements, often lacking accessibility and efficacy, transforms detention into a routine instrument of migratory flow management, thereby disturbing the balance between security and rights. The article concludes by advocating a critical reassessment of the sources system and a strengthening of democratic oversight over migration policies to ensure adherence to the principle of proportionality and the effective protection of fundamental migrants’ rights.
Sito realizzato con il contributo della Fondazione "Carlo Maria Verardi"