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Rassegne di giurisprudenza


Fascicolo 1, Marzo 2017


«S’è fatta notte, e i barbari non sono più venuti.
Taluni sono giunti dai confini, han detto che di barbari non ce ne sono più.
E adesso, senza barbari, cosa sarà di noi?
Era una soluzione, quella gente».
(K. Kavafis, Aspettando i barbari, 1908)

Editoriale

Nel 1999 usciva il primo numero della Rivista Diritto, Immigrazione e Cittadinanza e come si legge nell’incipit della presentazione a quel primo fascicolo: «i fenomeni migratori in atto in Europa non sono semplici spostamenti di individui o di gruppi. È in corso come in altre epoche della storia una risistemazione della popolazione del mondo guidata da fattori economici, demografici e politici destinati a permanere nel medio periodo».
A distanza di quasi vent’anni è evidente che quei fenomeni sono divenuti ancora più consistenti, che le diseguaglianze tra le aree del pianeta si sono accresciute e che l’instabilità politica e i conflitti in regioni a noi assai vicine hanno reso la “questione immigrazione” uno dei grandi temi con i quali siamo chiamati, tutti, a confrontarci.
Sono temi nei confronti dei quali non si può essere neutrali, il rigore scientifico e giuridico che ha caratterizzato la Rivista e che continuerà a caratterizzarla sarà vòlto, come si legge, ancora, nella presentazione al primo fascicolo, a difesa dei «diritti, dell’eguaglianza, della integrazione nel rispetto della diversità».
Questo è lo spirito con cui l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione e Magistratura democratica, insieme ad alcuni professori universitari, promossero nel 1999 Diritto, Immigrazione e Cittadinanza e con il quale la Rivista ha operato in tutti questi anni.
Diritto, Immigrazione e Cittadinanza nacque, come era naturale in quegli anni, come rivista cartacea grazie anche alla casa editrice Franco Angeli che fin da subito credette nel progetto e con la quale è stata intessuta una collaborazione fattiva e fruttuosa. Oggi le nuova modalità di comunicazione, l’immediatezza della rete e la possibilità di accesso aperto ad un pubblico di lettori molto più ampio di quello degli abbonati hanno indotto il Comitato di redazione della Rivista ad abbandonare il formato cartaceo per una nuova versione online che si avvale di un proprio sito internet realizzato con il contributo della Fondazione Carlo M. Verardi.
Esce con questo numero il primo fascicolo telematico di Diritto, Immigrazione e Cittadinanza che è dedicato ad approfondire alcuni dei tanti profili connessi al tema della protezione internazionale che in questo momento è al centro del dibattito politico e giuridico.
Dopo un primo saggio di Daniel Thym sulle politiche di asilo dell’Unione europea, sono pubblicati degli approfondimenti sulla situazione francese (Julian Fernandez) e austriaca (Ulrike Brandl) ed un commento sull’organizzazione del sistema degli hotspots in Grecia (Papanagiotou-Leza e Garipidis). La restante parte dei saggi è dedicata alla situazione italiana ed in particolare all’accoglienza dei richiedenti asilo (Simone Penasa), alle vittime della tratta di persone nel contesto della protezione internazionale (Francesca Nicodemi), ai protocolli d’intesa sui corridoi umanitari e al loro possibile impatto sulle politiche di asilo e immigrazione (Paolo Morozzo della Rocca), alle informazioni sui paesi di origine (COI) nella procedura di asilo (Busetto, Fiorini, Pieroni, Zarrella) e al dovere di cooperazione del giudice nell’acquisizione e nella valutazione della prova (Acierno e Flamini).
Come già nella versione cartacea, sono pubblicati, oltre ai saggi e ai commenti, gli osservatori sulle principali novità normative a livello europeo e italiano e le rassegne di giurisprudenza europea ed italiana; una rubrica è infine sempre dedicata alle recensioni e ai materiali di ricerca. Ferma la sua impostazione la Rivista vuole accentuare la sua vocazione all’analisi e all’approfondimento garantendo al contempo il collegamento alle principali banche dati documentali esistenti.
Diritto, Immigrazione e Cittadinanza continua così il suo cammino avviato nel 1999 da Bruno Nascimbene, Giovanni Palombarini, Livio Pepino e Lorenzo Trucco: è un cammino che si caratterizza già al suo interno come percorso di dialogo, di confronto, talvolta anche di discussione accesa tra persone che provengono da esperienze professionali diverse.
È stata ed è ambizione della Rivista promuovere la collaborazione scientifica tra accademici, avvocati e magistrati; ognuno col suo bagaglio di esperienze e di responsabilità contribuisce ad arricchire il lavoro degli altri. Diritto, Immigrazione e Cittadinanza non è una rivista di aggiornamento professionale: è un luogo nel quale tutti giorni, talvolta anche con fatica, si sperimenta un percorso culturale e scientifico di integrazione dei saperi, perché una materia così complessa e viva come è quella dell’immigrazione non può essere affrontata e approfondita scientificamente senza un confronto tra professionalità diverse.
Se oggi Diritto, Immigrazione e Cittadinanza può compiere questo passaggio importante è grazie all’impegno profuso in questi quasi vent’anni da tutti coloro che hanno lavorato per la Rivista e che hanno contribuito alla sua crescita; non è qui possibile ricordarli uno ad uno, ma un ringraziamento particolare mi piace esprimere a Pier Luigi di Bari e a Nazzarena Zorzella che hanno diretto la Rivista per tanti anni con passione, intelligenza ed equilibrio.
Oggi grazie al rinnovato impegno di ASGI, di MD e dei tanti accademici che operano nella Rivista, nell’ambito di un comitato di direzione ancora più ampio, è possibile proseguire con entusiasmo e con senso di responsabilità sapendo che il lavoro di studio e di ricerca scientifica che viene portato avanti ha l’ambizione di contribuire, soprattutto sotto il profilo giuridico, alla comprensione di un fenomeno complesso che coinvolge ognuno di noi ed ha anche l’ambizione di porsi come un laboratorio di riflessione e di confronto per politiche del diritto ispirate a quei valori che la nostra Costituzione e le Carte internazionali sui diritti umani proclamano.

 

Sito realizzato con il contributo della Fondazione "Carlo Maria Verardi"

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