Osservatorio europeo

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Atti di indirizzo

Agenda europea sulla migrazione. Il 16 maggio, la Commissione europea ha pubblicato una nuova relazione sullo stato di attuazione dell'agenda europea sulla migrazione (COM(2018) 301 def.),

illustrando le azioni intraprese da dicembre 2017 e le carenze riscontrate (soprattutto per quanto attiene alla dotazione della guardia costiera e di frontiera europea, ai bassi tassi di rimpatrio e alla protezione dei migranti lungo le rotte). La relazione è accompagnata da 5 allegati statistici (fondo fiduciario per l’Africa, fondo per i rifugiati in Turchia, guardia costiera e di frontiera europea, reinsediamento, rimpatri). Pur confermandosi la tendenza alla diminuzione degli arrivi osservata nel 2017 nel Mediterraneo centrale, con dati inferiori del 77% rispetto a quelli registrati nello stesso periodo del 2017, si osserva un notevole aumento degli arrivi dalla Turchia dal marzo 2018, sia verso le isole greche (9.349 dall'inizio del 2018), sia attraverso la frontiera terrestre (6.108, nove volte superiore rispetto allo stesso periodo nel 2017). Nonostante la situazione si sia nel complesso stabilizzata lungo la rotta dei Balcani occidentali, nella prima parte del 2018 sono stati registrati aumenti degli spostamenti attraverso l'Albania, il Montenegro e la Bosnia-Erzegovina. Il numero di arrivi lungo la rotta del Mediterraneo occidentale ha continuato a mostrare una tendenza all'aumento, con circa 6.623 arrivi in Spagna dal gennaio 2018 (il 22% in più rispetto ai primi mesi del 2017). Il rapporto illustra l’attività svolta per il controllo delle frontiere (in particolare tramite l’agenzia della guardia costiera e di frontiera, che si prevede di dotare con fondi aggiuntivi, per far fronte alle carenze operative attuali), nei rapporti con i paesi terzi, nella gestione della situazione in Grecia, nella politica di rimpatrio (con un tasso di esecuzione del 36,6% dei provvedimenti) e nell’attuazione del nuovo programma di reinsediamento (che coinvolge 20 Stati membri per oltre 50 000 posti).

Consiglio europeo. Il 28 e 29 giugno si è svolta a Bruxelles una riunione del Consiglio europeo, in cui i temi relativi alle migrazioni hanno rappresentato uno dei punti più importanti all’ordine del giorno dei 28 capi di Stati e di governo. Il vertice era stato preceduto da un mini-summit informale convocato dal Presidente della Commissione europea per discutere sul tema dell’immigrazione e asilo e dalla presentazione di una nota redatta dalla stessa Commissione. Alla riunione informale, svoltasi a Bruxelles il 24 giugno, hanno partecipato i capi di Stato e di governo di 16 Stati membri. In tale occasione, il governo italiano ha presentato un proprio piano in dieci punti, European Multilevel Strategy for Migration. Tra le proposte contenute, la creazione di centri di protezione internazionale nei paesi di transito e in vari paesi europei, il superamento dell’attuale “sistema Dublino” ed in particolare del criterio del paese di primo ingresso, la responsabilità condivisa per i migranti raccolti in mare. Nel corso della successiva riunione del Consiglio europeo, si è ampiamente discusso in merito al complesso di misure adottabili nella materia, anche alla luce delle richieste di maggiore solidarietà provenienti dall’Italia. Pur contenendo le significative affermazioni che la gestione dei flussi migratori costituisce “una sfida, non solo per il singolo Stato membro, ma per l'Europa tutta” e che “l'UE resterà al fianco dell'Italia e degli altri Stati membri in prima linea”, le conclusioni adottate all’esito della riunione non contengono purtroppo obblighi precisi, ma solo impegni generici, in gran parte da attuarsi su base volontaria. Le conclusioni prospettano la creazione di centri europei controllati e di piattaforme di sbarco, invitando il Consiglio e la Commissione ad esaminarli più in dettaglio. In questi centri, istituiti negli Stati membri su base volontaria, con il sostegno operativo e finanziario dell’UE, verrebbe effettuata la distinzione tra i migranti irregolari, da rimpatriare, e persone bisognose di protezione internazionale, cui si applicherebbe il principio di solidarietà. Le piattaforme di sbarco regionali garantirebbero che le persone soccorse in mare possano essere sbarcate rapidamente e in condizioni di sicurezza, su entrambe le sponde del Mediterraneo, nel rispetto del diritto internazionale, in particolare del principio di non respingimento. Una posizione negativa è già stata espressa da diversi Stati terzi potenziali destinatari (tra cui Albania, Marocco, Tunisia, Kosovo, Algeria). Su queste due possibili nuove iniziative, a luglio, la Commissione europea ha pubblicato due documenti informali, in cui ha approfondito le possibili modalità di istituzione.

 

Procedure in corso

Sistema informazione visti. Il 16 maggio la Commissione ha presentato una proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 767/2008, il regolamento (CE) n. 810/2009, il regolamento (UE) 2017/2226, il regolamento (UE) 2016/399, il regolamento (UE) 2018/XX [regolamento sull’interoperabilità] e la decisione 2004/512/CE, e che abroga la decisione 2008/633/GAI del Consiglio, COM(2018) 302 def. La proposta è intesa ad aggiornare il sistema di informazione visti (VIS), la banca dati che contiene informazioni su coloro che chiedono visti Schengen. Tutte le domande di visto registrate nel VIS saranno controllate automaticamente in tutti gli altri sistemi d'informazione dell'UE relativi alla sicurezza e alla migrazione, quali il sistema di ingressi/uscite (EES) recentemente istituito, il sistema d'informazione Schengen (SIS) e il sistema europeo di informazione sui casellari giudiziali (ECRIS), tramite un portale unico di ricerca. Questo controllo incrociato obbligatorio permetterà di individuare i richiedenti che usano identità multiple e di identificare chiunque costituisca un rischio sotto il profilo della sicurezza o dell'immigrazione irregolare. Sarà, inoltre, ampliato il campo di applicazione del VIS in modo da includervi anche i dati sui visti per soggiorni di lunga durata e sui permessi di soggiorno, nonché copie dei documenti di viaggio. Queste misure, insieme all'autorizzazione ad accedere al VIS concessa al personale dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, sono intese a favorire l'identificazione e la riammissione dei migranti irregolari sprovvisti di documenti.

Agenzia europea per la gestione operativa dei sistemi IT su larga scala (eu-LISA). Il 5 luglio il Parlamento europeo ha adottato in prima lettura la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'Agenzia europea per la gestione operativa dei sistemi IT su larga scala nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia, che modifica il regolamento (CE) n. 1987/2006 e la decisione 2007/533/GAI del Consiglio e che abroga il regolamento (UE) n. 1077/2011, presentata dalla Commissione nel 2017 (COM(2017)0352 def). Il regolamento è inteso a conferire all'Agenzia la capacità e gli strumenti necessari alla gestione operativa centralizzata dei sistemi d'informazione dell'UE per la migrazione, la sicurezza e la gestione delle frontiere. Il testo approvato deve essere definitivamente adottato dal Consiglio.

Sistema informazione Schengen (SIS). Il 12 giugno il Parlamento europeo e il Consiglio hanno raggiunto un accordo politico sul testo di tre proposte presentate nel dicembre 2016 dalla Commissione. Si tratta delle proposte di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio, COM(2016) 883 def., COM(2016) 882 def., COM(2016) 881 def. volte ad aumentare l'efficacia operativa e l'efficienza del sistema d'informazione di Schengen (SIS), rispettivamente con riferimento ai settori della cooperazione di polizia e della cooperazione giudiziaria in materia penale, dei controlli alle frontiere, del rimpatrio dei cittadini di paesi terzi in soggiorno irregolare. Le tre proposte devono essere approvate formalmente dal Parlamento europeo e dal Consiglio.

Funzionari di collegamento migrazione. Con l’obiettivo di rafforzare l’azione esterna nel settore delle migrazioni, la Commissione ha presentato la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla creazione di una rete di funzionari di collegamento incaricati dell’immigrazione (rifusione), COM(2016) 303 def. del 16.5.2018. Ai sensi dell’art. 1, par. 1, del regolamento attualmente in vigore, per funzionario di collegamento incaricato dell’immigrazione s’intende un rappresentante di uno degli Stati membri distaccato all’estero dal servizio immigrazione o da altre autorità competenti, allo scopo di instaurare e di mantenere contatti con le autorità del paese ospitante per contribuire alla prevenzione dell’immigrazione irregolare e alla lotta contro tale fenomeno. Alla luce della limitata incidenza riscontrata nell’applicazione del testo attuale, la revisione del regolamento è finalizzata a rafforzare il coordinamento e a migliorare l’impiego dei funzionari di collegamento incaricati dell’immigrazione, per consentire loro di realizzare in modo più efficace le priorità dell’UE nel campo della migrazione.

Atti adottati

ETIAS. Ai fini del rafforzamento dei controlli sugli ingressi nell’Unione europea, è stato adottato il regolamento (UE) 2018/1240 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 settembre 2018 che istituisce un sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi (ETIAS) e che modifica i regolamenti (UE) n. 1077/2011, (UE) n. 515/2014, (UE) 2016/399, (UE) 2016/1624 e (UE) 2017/2226. Il sistema si applicherà ai cittadini di paesi terzi esenti dall'obbligo di visto, così da identificare tempestivamente eventuali pericoli per la sicurezza. Essi dovranno ottenere un'autorizzazione ai viaggi preventiva (non un visto), tramite una domanda online. Le informazioni presentate in ciascuna domanda saranno trattate automaticamente, attraverso un esame dei dati presenti nelle banche dati dell'UE. In assenza di riscontri negativi o di elementi che richiedono un'ulteriore analisi, l'autorizzazione ai viaggi sarà rilasciata automaticamente e in tempi brevi.

Varie

Riforma del sistema comune europeo di asilo. A giugno la Commissione ha reso noto lo stato della riforma del sistema comune europeo di asilo. Il pacchetto di riforma, tuttora all'esame delle istituzioni europee, include sette proposte, di cui alcune sono in fase avanzata di esame: direttiva sulle condizioni di accoglienza; regolamento c.d. qualifiche; regolamento Eurodac; regolamento sull'istituzione di un’Agenzia UE per l'asilo; regolamento sul quadro europeo di reinsediamento. Assai complessi i negoziati per la revisione del regolamento di Dublino.

Liberalizzazione dei visti con il Kosovo. A luglio la Commissione ha pubblicato la seconda relazione al Parlamento europeo e al Consiglio “Aggiornamento sull’attuazione dei parametri rimasti della tabella di marcia per la liberalizzazione dei visti da parte del Kosovo*, come delineato nella quarta relazione sui progressi compiuti del 4 maggio 2016”, COM(2018) 543 def. del 18 luglio 2018. La Commissione ha confermato che il Kosovo ha realizzato le ultime due condizioni per la liberalizzazione dei visti relative alla ratifica dell'accordo di demarcazione della frontiera con il Montenegro e al rafforzamento della casistica nella lotta contro la criminalità e la corruzione, soddisfacendo così tutti i parametri di riferimento stabiliti nel 2012 nella tabella di marcia per la liberalizzazione dei visti. Nel maggio 2016 la Commissione aveva proposto al Parlamento europeo e al Consiglio di concedere l'esenzione dal visto dell'UE ai cittadini del Kosovo, a condizione che il Kosovo avesse realizzato le ultime due condizioni, entro la data di adozione della proposta. La Commissione ha, pertanto, invitato il Parlamento europeo e il Consiglio a procedere con l’adozione della proposta.

Tratta di esseri umani. Il 16 marzo si è svolta una riunione a Niamey (Niger) alla quale hanno partecipato i ministri degli affari interni ed esteri di Germania, Burkina Faso, Costa d'Avorio, Spagna, Guinea, Francia, Italia, Libia, Mali, Mauritania, Niger, Senegal, Ciad, nonché la Commissione dell'Unione africana, i segretariati del G5 Sahel e del CENSAD, su invito del Niger, incaricato della Presidenza del G5 Sahel, con l’obiettivo di migliorare il coordinamento della lotta contro il traffico di migranti e la tratta di esseri umani tra Stati di origine, transito e arrivo di migranti. Oltre a rappresentanti dell’Unione europea all'incontro hanno partecipato l'Organizzazione internazionale per le migrazioni, l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine. All’esito della riunione è stata adottata una dichiarazione congiunta. Il 13 giugno, i direttori di EASO, Europol, EU-LISA, OEDT, Eurojust, EIGE, Agenzia europea di guardia costiera e di frontiera, Agenzia dell'UE per i diritti fondamentali CEPOL e Eurofound hanno sottoscritto una dichiarazione comune di impegno per affrontare congiuntamente la tratta di esseri umani, garantendo una risposta coordinata, coerente e globale.

Azioni dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera in Albania e nella ex Repubblica Jugoslava di Macedonia. Con la decisione (UE) 2018/1031 del Consiglio del 13 luglio 2018, in GUUE L 185 del 23.7.2018, p. 6 ss., è stata autorizzata la firma, a nome dell'Unione, dell'accordo sullo status tra l'Unione europea e la Repubblica d'Albania riguardante le azioni dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera nella Repubblica d'Albania. I negoziati relativi all'accordo erano stati avviati il 13 dicembre 2017 e si sono conclusi positivamente con la siglatura dell'accordo il 12 febbraio 2018. Un analogo progetto di accordo è stato siglato il 18 luglio con la ex-Repubblica jugoslava di Macedonia. Nell'aprile 2018 era stata raggiunta un'intesa a livello tecnico per quanto riguarda il progetto di accordo sullo status con il Montenegro, mentre i negoziati con la Serbia e la Bosnia-Erzegovina sono attualmente in corso. Ai sensi dell'articolo 54, paragrafo 4, del regolamento (UE) 2016/1624 del Parlamento europeo e del Consiglio, nei casi in cui è previsto che le squadre della guardia di frontiera e costiera europea saranno utilizzate in un paese terzo in interventi nell'ambito dei quali i membri delle squadre disporranno di poteri esecutivi, o nel caso in cui altre attività in paesi terzi lo richiedano, l'Unione deve concludere con il paese terzo interessato un accordo sullo status.

Cooperazione UE-Africa. Il 3 maggio 2018 si è svolta a Marrakesh, in Marocco, la quinta conferenza ministeriale euro-africana su migrazione e sviluppo, a cui hanno preso parte i rappresentanti di 58 Stati europei e africani (oltre al Commissario europeo alla migrazione e all’Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza) e all’esito della quale è stata adottata una dichiarazione politica, in cui le Parti hanno ribadito la volontà di dare attuazione al piano d’azione convenuto a La Valletta nel novembre 2015, incorporando ulteriori priorità trasversali.